Lucio Castagneri, nato a Genova nel 1947, si reca a Roma dove apprende di nascosto i primi rudimenti di pittura nell’atelier del nonno. Laureato in giurisprudenza intraprende la vita dell’artista. Scrive per il teatro, alcuni lavori di argomento greco li sviluppa in forma di romanzo. Traduce fedelmente da Eschilo e porta in scena i Persiani mentre rielabora storie di Euripide, come una sua originalissima e dissacrante Fedra. E soprattutto una Parola di Medea, che sulla base di una lunghissima, attenta e implacabile ricerca filologica smonta il falso mito della malefica maga assassina dei figli. La pratica della letteratura classica e dell’indagine archeologica lo hanno indotto a dedicare più tempo allo studio critico di antiche testimonianze, passandole al vaglio per trasferirne i risultati nelle più recenti pubblicazioni (Arbor Sapientiae editore): Il bottino di Ctesifonte (con traduzione latina a fronte), Apeluthesan, Il fuoco di Kritos. Dal reale “disvelamento” dei misteri della Stele di Alicarnasso ha creato uno spettacolo teatrale tuttora work in progress dedicato alla storia ipotetica delle gladiatrici Amazon e Akillia. Attualmente ha anche in preparazione un’edizione della sua trilogia teatrale dedicata a Settimio Severo.