Non
si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno,
Dialettica
dell'illuminismo
Schede
biobibliografiche dei collaboratori
Cristiana
Pettenuzzo
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L’attività
principale di Cristiana
Pettenuzzo è di restauratrice di opere d’arte. Dopo aver
frequentato
l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ha lavorato presso il
laboratorio
di restauro “Nicola” di Aramengo d’Asti, eseguendo numerosi lavori su
tela,
dipinti, statue e strappi di affreschi, consolidamento e pulitura di
pietre e
cotti. Fra questi: Frammenti degli affreschi romanici degli scavi di
Ivrea.
Ripristino della Sinopia e reinserimento dei frammenti in sede tramite
un
processo di rilievo e numerazione dei singoli frammenti e dei disegni
in essi
contenuti; Struttura architettonica di Santa Chiara (GE): restauro
delle pareti
del salone centrale; Chiesa di Santa Maria (AT): restauro della cornice
della
pala d’altare attribuita a Gandolfino da Roreto; Santuario di Vicoforte
presso
Mondovì (CN): restauro delle decorazioni settecentesche delle
tre cupole e
pareti dell’androne dell’ingresso principale della Basilica; Ceva (CN),
antica
casa privata del centro storico: restauro di un soffitto a cassettoni
del 600.
Nello stesso laboratorio “Nicola” ha eseguito numerosi lavori di
specialità e
tecniche diverse quali: Pulitura di sculture in marmo, pietra, legno.
Pulitura
delle dorature e ricostruzione dei modellati delle cornici dei dipinti.
Specializzazione della tecnica del ritocco ad acquerello sull’affresco
e del
ritocco a vernice sui dipinti antichi. Consolidamento di statue votive
in legno
del 700 e dei sarcofagi egizi. Successivamente si è
specializzata in tecniche
di restauro dei dipinti antichi e ha condotto contemporaneamente
l’attività di
acquafortista. Ha realizzato il restauro di un soffitto a cassettoni
del 600
all’interno del Castello di Passerano Marmorito (AT). In seguito ha
lavorato
con la ditta “Kermes” di Roma eseguendo i seguenti lavori: Palazzo
Salmadoris
di Cherasco (CN); Chiesa di Santa Maria dei Servi a Cassine (AL):
altare in
gesso del 600; Chiesa Cistercense, cimitero di Molare (AL): restauro di
tre
affreschi.
Intrapreso un percorso individuale ha
eseguito molti lavori fra cui: Salone della Casa S. Andrea a Ceretto
Langhe
(CN). Restauro di numerosi quadri fra i quali un dipinto di Giacomo
Grosso
(Rimpianto), 257x398 cm, esposto alla Galleria “La Finestrella” di
Canelli
(AT). Dipinti di artisti dell’Ottocento quali: Saccaggi, Sironi,
Morando, C.
Barucchi Amey, Migliara, Bozzetti, Gheduzzi, Pittara, Pollonera,
Metello Merlo,
Sobrile, Terzolo etc. Per antiquari e collezionisti ha restaurato
quadri di
varie epoche su tela e su tavola, statue in legno, in gesso, miniature,
marionette del 500, bambole da collezione e ceramiche. Soffitto con
decorazioni
del 700 a Bra (CN) all’interno dell’antico caffè “Arduino”.
Restauro delle
decorazioni e dei legni di un soffitto a cassettoni del 600 all’interno
di una
casa privata nel centro storico di Cherasco (CN). Restauro delle
decorazioni
Liberty di un salone all’interno di una casa nel centro storico di
Cherasco.
Restauro di due soffitti, interamente dipinti, del 700, situati a
Torino, in
piazza Vittorio Emanuele, nello storico palazzo che fa ‘vela’ su via
Po.
Collabora con la galleria “La Finestrella” di Canelli (AT). In
collaborazione
con la Soprintendenza alle Belle Arti di Torino ha eseguito i seguenti
lavori:
Restauro di dipinto del 700 rappresentante la Crocifissione nella
chiesa
Madonna delle Rose di Santo Stefano Belbo (CN). Dipinto murale di
Francesco Bo
a Cossano Belbo (CN). Restauro di tre paracamini del Castello di Govone
(CN),
facenti parte della collezione d’arte cinese. Restauro di due dipinti
del 600
rappresentanti la Dormizione della Vergine e l’Assunzione al cielo di
Cristo
Re, appartenenti al Santuario di Gottasecca (CN). Ha scritto: Trasformazioni di stile e teoria
delle
catastrofi, in “Linguistica
e letteratura”, XV, 1990, 1-2, pp. 113 sgg.; Carmen Barucchi Amey: tre soluzioni
paesaggistiche.
Ripetizione e segnatura, in
AA.VV., Un
pensiero per Rosati, a cura
del Dipartimento di Scienze e Tecniche per i
Processi di Insediamento della Facoltà di Architettura del
Politecnico di
Torino, Torino 1999, pp. 107 sgg. Ha curato per conto del Centro di
documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio (LU),
assieme a
Luciano Celi e a Renata Gaido del Centro Culturale Apuano di Massa
(MS), il
volume Perché riviva
la gente nostra.
Scritti in memoria di Luigi Bonacoscia, Biblioteca “Le Apuane” di Massa
(Carrara, Società Editrice Apuana) 2004. Con Alessandro Amirante
ha scritto: La leggenda di
Rosana: modelli di lettura,
in AA.VV., Le tradizioni orali, Atti del convegno nazionale in
ricordo di Gastone
Venturelli, Terranova Bracciolini (AR), 28 aprile 1996, Terranova
Bracciolini
1998. Con Alberto Borghini ha scritto: Un
labirinto inciso su pietra ad Albiano in Garfagnana, in “L’EcoApuano”, 9, 9-10, 1998; Antropologia dell’arte come
semiotica. Due interventi,
in “Storia,
antropologia a scienze del linguaggio”, XIV, 1-2, 1999 (titolo dei due
interventi: I. Bosch e il
carro del fieno. Ipotesi sull’entroterra
culturologico, pp. 51-64;
II. Parametri
della costruzione paesaggistica; e la
‘segnatura’ delle cose. Un esempio dalla pittura piemontese del
Novecento,
pp. 64-108); Un tratto
iconografico di
Leonardo e una tradizione folklorica,
in “Workshop. An International Journal on History, Anthropology and
Epistemology of Medicine / Rivista di Storia delle Scienze Biomediche e
delle
Istituzioni Sanitarie”, 3, ottobre 2002, pp. 59 sg. (a proposito della
Vergine
seduta sulle ginocchia della madre in “S. Anna, la Vergine e il
Bambino”); S. Bartolomeo a Metello (LU). Racconto folklorico e
tratti iconografici. Un antecedente
dall’antichità, in
AA.VV., Perché
riviva
la gente nostra…, a cura del
Centro Culturale Apuano e del Centro di
documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio, cit., pp.
49 sgg.
Con Alberto Borghini ed Ezio Cipollini ha scritto: Una Cenerentola antica, in “LG Argomenti. Rivista del
centro studi
di letteratura giovanile” (Biblioteca Internazionale “E. De Amicis” di
Genova),
XXXIII, 3, 1997. Assieme ad Alberto Borghini ha svolto estese ricerche
folkloriche in Garfagnana (su un progetto della Regione Toscana) e in
Piemonte,
ma non solo; i fascicoli relativi sono disponibili presso il Centro di
documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio, da anni
impegnato
alla costruzione di un archivio folklorico nazionale. Parti, sebbene
molto
limitate, delle ricerche Borghini - Pettenuzzo compaiono in: AA.VV., Perché riviva la gente nostra…, cit.,
2004; Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al
Serchio, “La paura è
una beretta / che si leva e che si
metta”. Luoghi, storie e figure della
paura in Garfagnana, a cura di U.
Bertolini e I. Giannotti, saggio introduttivo di A. Borghini, Lucca,
Pacini
Fazzi 2004; Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza
al
Serchio, Rappresentazioni e
mappe del
simbolico-immaginario: Minucciano in
Garfagnana, a cura di U.
Bertolini, saggio introduttivo di A. Borghini,
Lucca, Pacini Fazzi 2008, parte II.
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