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Direttore
Emilio Piccolo



Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo


Schede biobibliografiche dei collaboratori



Cristiana Pettenuzzo


   L’attività principale di Cristiana Pettenuzzo è di restauratrice di opere d’arte. Dopo aver frequentato l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ha lavorato presso il laboratorio di restauro “Nicola” di Aramengo d’Asti, eseguendo numerosi lavori su tela, dipinti, statue e strappi di affreschi, consolidamento e pulitura di pietre e cotti. Fra questi: Frammenti degli affreschi romanici degli scavi di Ivrea. Ripristino della Sinopia e reinserimento dei frammenti in sede tramite un processo di rilievo e numerazione dei singoli frammenti e dei disegni in essi contenuti; Struttura architettonica di Santa Chiara (GE): restauro delle pareti del salone centrale; Chiesa di Santa Maria (AT): restauro della cornice della pala d’altare attribuita a Gandolfino da Roreto; Santuario di Vicoforte presso Mondovì (CN): restauro delle decorazioni settecentesche delle tre cupole e pareti dell’androne dell’ingresso principale della Basilica; Ceva (CN), antica casa privata del centro storico: restauro di un soffitto a cassettoni del 600. Nello stesso laboratorio “Nicola” ha eseguito numerosi lavori di specialità e tecniche diverse quali: Pulitura di sculture in marmo, pietra, legno. Pulitura delle dorature e ricostruzione dei modellati delle cornici dei dipinti. Specializzazione della tecnica del ritocco ad acquerello sull’affresco e del ritocco a vernice sui dipinti antichi. Consolidamento di statue votive in legno del 700 e dei sarcofagi egizi. Successivamente si è specializzata in tecniche di restauro dei dipinti antichi e ha condotto contemporaneamente l’attività di acquafortista. Ha realizzato il restauro di un soffitto a cassettoni del 600 all’interno del Castello di Passerano Marmorito (AT). In seguito ha lavorato con la ditta “Kermes” di Roma eseguendo i seguenti lavori: Palazzo Salmadoris di Cherasco (CN); Chiesa di Santa Maria dei Servi a Cassine (AL): altare in gesso del 600; Chiesa Cistercense, cimitero di Molare (AL): restauro di tre affreschi.

Intrapreso un percorso individuale ha eseguito molti lavori fra cui: Salone della Casa S. Andrea a Ceretto Langhe (CN). Restauro di numerosi quadri fra i quali un dipinto di Giacomo Grosso (Rimpianto), 257x398 cm, esposto alla Galleria “La Finestrella” di Canelli (AT). Dipinti di artisti dell’Ottocento quali: Saccaggi, Sironi, Morando, C. Barucchi Amey, Migliara, Bozzetti, Gheduzzi, Pittara, Pollonera, Metello Merlo, Sobrile, Terzolo etc. Per antiquari e collezionisti ha restaurato quadri di varie epoche su tela e su tavola, statue in legno, in gesso, miniature, marionette del 500, bambole da collezione e ceramiche. Soffitto con decorazioni del 700 a Bra (CN) all’interno dell’antico caffè “Arduino”. Restauro delle decorazioni e dei legni di un soffitto a cassettoni del 600 all’interno di una casa privata nel centro storico di Cherasco (CN). Restauro delle decorazioni Liberty di un salone all’interno di una casa nel centro storico di Cherasco. Restauro di due soffitti, interamente dipinti, del 700, situati a Torino, in piazza Vittorio Emanuele, nello storico palazzo che fa ‘vela’ su via Po. Collabora con la galleria “La Finestrella” di Canelli (AT). In collaborazione con la Soprintendenza alle Belle Arti di Torino ha eseguito i seguenti lavori: Restauro di dipinto del 700 rappresentante la Crocifissione nella chiesa Madonna delle Rose di Santo Stefano Belbo (CN). Dipinto murale di Francesco Bo a Cossano Belbo (CN). Restauro di tre paracamini del Castello di Govone (CN), facenti parte della collezione d’arte cinese. Restauro di due dipinti del 600 rappresentanti la Dormizione della Vergine e l’Assunzione al cielo di Cristo Re, appartenenti al Santuario di Gottasecca (CN). Ha scritto: Trasformazioni di stile e teoria delle catastrofi, in “Linguistica e letteratura”, XV, 1990, 1-2, pp. 113 sgg.; Carmen Barucchi Amey: tre soluzioni paesaggistiche. Ripetizione e segnatura, in AA.VV., Un pensiero per Rosati, a cura del Dipartimento di Scienze e Tecniche per i Processi di Insediamento della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Torino 1999, pp. 107 sgg. Ha curato per conto del Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio (LU), assieme a Luciano Celi e a Renata Gaido del Centro Culturale Apuano di Massa (MS), il volume Perché riviva la gente nostra. Scritti in memoria di Luigi Bonacoscia, Biblioteca “Le Apuane” di Massa (Carrara, Società Editrice Apuana) 2004. Con Alessandro Amirante ha scritto: La leggenda di Rosana: modelli di lettura, in AA.VV., Le tradizioni orali, Atti del convegno nazionale in ricordo di Gastone Venturelli, Terranova Bracciolini (AR), 28 aprile 1996, Terranova Bracciolini 1998. Con Alberto Borghini ha scritto: Un labirinto inciso su pietra ad Albiano in Garfagnana, in “L’EcoApuano”, 9, 9-10, 1998; Antropologia dell’arte come semiotica. Due interventi, in “Storia, antropologia a scienze del linguaggio”, XIV, 1-2, 1999 (titolo dei due interventi: I. Bosch e il carro del fieno. Ipotesi sull’entroterra culturologico, pp. 51-64; II. Parametri della costruzione paesaggistica; e la ‘segnatura’ delle cose. Un esempio dalla pittura piemontese del Novecento, pp. 64-108); Un tratto iconografico di Leonardo e una tradizione folklorica, in “Workshop. An International Journal on History, Anthropology and Epistemology of Medicine / Rivista di Storia delle Scienze Biomediche e delle Istituzioni Sanitarie”, 3, ottobre 2002, pp. 59 sg. (a proposito della Vergine seduta sulle ginocchia della madre in “S. Anna, la Vergine e il Bambino”); S. Bartolomeo a Metello (LU). Racconto folklorico e tratti iconografici. Un antecedente dall’antichità, in AA.VV., Perché riviva la gente nostra…, a cura del Centro Culturale Apuano e del Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio, cit., pp. 49 sgg. Con Alberto Borghini ed Ezio Cipollini ha scritto: Una Cenerentola antica, in “LG Argomenti. Rivista del centro studi di letteratura giovanile” (Biblioteca Internazionale “E. De Amicis” di Genova), XXXIII, 3, 1997. Assieme ad Alberto Borghini ha svolto estese ricerche folkloriche in Garfagnana (su un progetto della Regione Toscana) e in Piemonte, ma non solo; i fascicoli relativi sono disponibili presso il Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio, da anni impegnato alla costruzione di un archivio folklorico nazionale. Parti, sebbene molto limitate, delle ricerche Borghini - Pettenuzzo compaiono in: AA.VV., Perché riviva la gente nostra…, cit., 2004; Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio, “La paura è una beretta / che si leva e che si metta”. Luoghi, storie e figure della paura in Garfagnana, a cura di U. Bertolini e I. Giannotti, saggio introduttivo di A. Borghini, Lucca, Pacini Fazzi 2004; Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio, Rappresentazioni e mappe del simbolico-immaginario: Minucciano in Garfagnana, a cura di U. Bertolini, saggio introduttivo di A. Borghini, Lucca, Pacini Fazzi 2008, parte II.

  

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