Senecio
     SENECIO

Direttore
Emilio Piccolo


Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo

Recensioni, note critiche, extravaganze



Redazione
Sergio Audano, Gianni Caccia, Maria Grazia Caenaro
Claudio Cazzola, Lorenzo Fort, Letizia Lanza

Donne in rete/Reti di donne
di Marinella Fiume
Scheda biobibliografica

Il diavolo nella rete, ultima fatica saggistica della veneziana Letizia Lanza, uscito recentemente per i tipi delle Edizioni Joker di Novi Ligure, è un libro davvero originale, la cui “storia” editoriale è particolarmente significativa del fecondo scambio/ricambio tra web e carta stampata e della capacità della parola delle donne di volare aerea e spericolata per l’etere e di atterrare sicura ancorandosi ai saldi approdi della pagina scritta. Come scrive, infatti, Francesca Santucci nell’accurata premessa, le donne, “che lungamente hanno dovuto combattere per emergere anche sulla scena culturale, dopo essere riuscite a ritagliarsi spazi propri nel panorama letterario soverchiante di penne maschili, ora non hanno più woolfianamente stanze tutte per sé da rivendicare, se ne sono appropriate e s’impongono protagoniste anche in questo scenario”.Miracolo della tecnologia, ma soprattutto di uno strumento “democratico” e “non- sessista” come Internet, che ha permesso alle donne di non esser costrette a sgomitare o ad accettare compromessi o logiche opportunistiche di potere per accaparrarsi spazio mediatico e legittima visibilità. E, miracolo su miracolo, in rete le donnefanno rete, si conoscono, si incontrano, si scambiano idee e libri, si ospitano vicendevolmente nelle pagine web dei loro personali siti, si scambiano banner, condividono progetti culturali, diventano amiche senza conoscersi - direbbe qualcuno - perchè hanno imparato a conoscersi bene – dico al contrario io che son della partita...-

Diaboliche donne che sanno scovare tra milioni di disperse nel ciberspazio quelle in attesa delle loro parole e presso le quali le loro parole trovano terreno fertile e i loro semi (nel senso letterale ma anche etimologico di segno-significato) germogliano, partoriscono frutti e anche altri semi, tramandano il mistero della comunicazione solidale come perpetuano il mistero della continuità della cultura alla stregua di quello della vita biologica. 

E non a caso l’operazione di pregnante significato viene da una incorreggibile sperimentatrice, tanto intellettualmente curiosa quanto caparbiamente legata alla tradizione degli studi umanistici, Letizia Lanza, smaliziata filologa e fine saggista, studiosa a un tempo della classicità greco-romana e della scrittura femminile contemporanea, collaboratrice di numerose riviste indifferentemente cartacee e on line, con alle spalle una non indifferente produzione bibliografica cartacea ma anche di e-book.

La caratteristica di contaminazione e trasversalità, che, con tutti i distinguo, è possibile individuare in generale nella produzione femminile secondo un’ analisi di genere è già tutta qui, in questo saltare da un mezzo all’altro contribuendo a rinnovare l’uno e l’altro e, con essi, contribuendo altresì all’evoluzione di uno statuto, non neutro e non per questo meno “scientifico”. È così che le donne creano uno stile, uno stile che (miracolosamente/diabolicamente) riesce a coniugare la profondità di pensiero e la compostezza strutturale del testo trasferito sulla carta stampata con l’esigenza della velocità dell’approccio comunicativo telematico.

Diviso in quattro parti, il libro della Lanza, che raccoglie articoli e contributi apparsi in rete nell’ultimo anno, si conclude con una postfazione di Gianmario Lucini, ausilio quanto mai utile perché il lettore si orienti sul significato complessivo dei brani, solo apparentemente assembrati secondo un nesso casuale. E infatti, l’analisi della poesia di David Maria Turoldo, Alda Merini, Donatella Bisutti, Francesca Santucci, Gianmario Lucini, Alberto Cappi, Mauro Ferrari, le riflessioni scaturite dall’intervista con alcune amiche dell’Ordine della Sororità di Maria SS. Incoronata a proposito della fede cristiana vissuta secondo la differenza femminile, le acute e accorate considerazioni raccolte sotto il titolo “No war” sono legate dal filo rosso della convinzione della necessità, nella nostra “civiltà del tramonto”, di un impegno civile “rivoluzionario”, di una “riappropriazione dell’ordine simbolico della mente, che consenta anzi tutto di riconoscere le ragioni imprescindibili di quanto Spengler chiamò orizzonte materno della cultura”. Da qui la rivendicazione appassionata del ruolo dei poeti, “custodi della parola”, “maestri di verità”, “testimoni al centro (anzi: nel fuoco d’ellisse) del proprio tempo”, in cui consiste il messaggio ultimo che la Lanza ci consegna ancora una volta con questo suo bel libro.
 

16 novembre 2003 


Per contattare la
DIREZIONE


Indice
Saggi, enigmi apophoreta
L'antico on line
Classici latini e greci

Rivisitazioni manipolazionii

La fonoteca di Senecio
Schede dei collaboratori
Recensioni, note extravaganze
La biblioteca di Senecio


In collaborazione con
VICO ACITILLO- POETRY WAVE