1.
Furia d'amore
2.
Il risveglio d'amore
3.
Il perduto amore
4.
Sciolte ha le vele
5.
Hypnos
6.
E' tempo
7.
Preghiera alle Moirai
8.
Lete
1.
Furia d'amore
Fedra ha
furia d’amore. Colpevole
in passione,
di Teseo sposa
lui non
ama: brama ed agogna
Ippolito
suo figlio, e ad ogni sospiro
accresce
furia ed amore. Spietato
il suo
destino, crudele il fato!
Sola nel
pianto, ossessa, in disperata
ricerca
vana di felicità, dapprima
solitudine,
poi, ritrova morte.
2.
Il risveglio di amore
Ora che
il corvino drappo
più
il cielo non vela, ora
che al
risveglio il giorno
strappa
e più segreti non cela,
ora, Amore,
ancóra t’indugerei
fra le
mie braccia.
Stelle
sarebbero gli occhi
accecati
della tua Psiche,
e l’occultato
volto brillerebbe
agli squarci
mattutini della dea Aurora.
3.
Il perduto amore
Avviluppato,
Ulisse, al tronco della nave saldo,
sordo ai
richiami, contro il plumbeo cielo il vólto vòlto,
gli occhi
neri di brace serrati ostinati, la voce e il canto
e le
preghiere
finalmente udì, echi distinti tra fragori
roboanti
d'onde torbide e fangose. Parlò la sirena,
lenta
all’acque
sillabò e al cielo e alle lontane terre:
“Parthenope,
io fui, prima di sprofondare,
a te il
mio cuore offersi, non dimenticare!”
E il capo
reclinò, e il mare su di sé richiuse
e allora
il capitano i lacci sciolse e attonito ristette
e
sbalordì,
fisso lo sguardo vacuo al tumulo
marino,
sigillo eterno del perduto amore.
4.
Sciolte ha le vele
Sciolte
ha le vele e fiero
per altri
lidi già naviga
Ulisse,
e in suo favore ha i venti
mentre
Penelope paziente
attende
che gli dei propizi
a
lei rivolgano il pietoso sguardo
ed
intatto riconsegnino l'infedele
sposo.
E sono notti cupe
e senza
pleniluni e copiosa
sul
mare la pioggia piange,
né
upupa nell'ombra langue
e geme,
solo frastuona
in livido
silenzio l'oppresso
cuore della
fedele sposa.
5.
Hypnos
Figlio della
notte, della morte gemello,
tu che
dimori nel paese dei Cimmeri
e cupo
e silenzioso nell’antro te ne stai,
apporta
anche a me il riposo. Lascia
che
dimentichi
il dolore, nel tuo nero velo
avvolgimi
e tua sposa conducimi
nel regno
delle ombre tetre
dov’è
pace e silenzio e requie eterna.
6.
E' tempo
Ostile,
Imeneo i suoi favori non concesse:
Euridice
Ade ti prese il giorno delle nozze.
Allora,
l’impervio sentiero discendesti
e
t’inoltrasti
là donde uomo non torna.
Con melodie
ammaliasti Persefone sovrana,
d’un balzo
fosti dagli Inferi al chiarore.
Incredulo,
poi, venisti meno al patto,
e ti
voltasti:
la sposa tua per sempre
ritornò
tra le vaghe anime mortali.
Ora è
tempo, Orfeo, che tu la cetra appenda,
il canto
tuo Euridice più non desta.
Ora è
tempo che tu il lamento smetta
e alle
Menadi t’accetti fiero pasto.
7.
Preghiera alle Moirai
Tu Cloto
e Lachesi ed Atropo,
inflessibili
Moirai sovrane di destini,
pure pietose
foste. Vi commosse
il canto
d'Orfeo che lamentava
su Euridice,
e Pelope giovane ucciso
da Tantalo
suo padre. Disperate
piangeste
la morte d'Adone, strenue
lottaste
per restituire a Persefone
la figlia
dall’Ade rapita. Oh tu
che lo
stame della vita intessi,
tu che
la giusta sorte assegni, tu
che l’ordito
disfi, abbiate di me pietà,
implacabili
il filo recidete!
8.
Lete
Infernale
scorri fiume tra gli Elisi
Campi,
abbeverando alle mortali
anime,
dimenticanza tu concedi.
Disseta
anche me, o Lete, regalami
l’acqua
dell’oblio sorgiva.
È
in tuo potere
che si
dimentichi il passato.
Francesca
Santucci