Nettuno
La mano riflessa
e lo schiaffo
invitati
in sanguinoso silenzio
a banchettare superbi.
Torre
Astura oggi
Torre Astura, magnifica, intatta!
Il sentiero
tra il fiume e gli
alberi
coperti
d’edera fino al cielo:
in
prospettiva una foresta,
in luce le
chiome,
per andare oltre, per doppiare
il capo,
dovevamo bagnarci, ma
non è
più come
allora.
Tu nuotavi al largo del mare,
io stesa
sulla sabbia, il bacio
e il verde
dei tuoi occhi
non sono
invecchiati con me,
ma intatti
nell’ombra della morte:
secoli di
baci gridano ancora,
calmi, la
loro memoria.
La montagna di Circe, le sirene
antiche, erano appena disegnate
all’orizzonte
e poi è scoppiato il sole
e, come velluto nero,
si sono stagliate nel cielo,
e sul mare …
V’è
un luogo, una infinita
V’è un luogo, una infinita
valle di pietra,
ove le voci tutte, di nature
e d’esseri vissuti,
firmamenti, sangue della terra,
in onde perfette
si infrangono.
Canti dell’universo e grida,
sussurri ed antiche preghiere,
si cercano, risuonando in echi
eterni.
Ti
trovo bella, sorella
Ti trovo bella, sorella,
col tuo
rossetto viola e la
maschera
tragica che t’abita.
Nel
flusso del tempo
Periplo
Periplo d’azzurro dolore
ove naviga l’anima
schiarita dall’onda
del silenzio:
quel suo numinoso
tempo di giorni chiaroscurali,
d’acuta veglia:
il doppio sogno
di sé.
Acqua
Ancora una volta c’è una
fine
e sulle
spalle scoperte
metto veli di
silenzio e pazienza
desolati echi
di grotte
abbandonate
dove suona
l’urlo
di un
disperato dio.