Senecio
     SENECIO

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Emilio Piccolo


Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo

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Sergio Audano, Gianni Caccia, Maria Grazia Caenaro
Claudio Cazzola, Lorenzo Fort, Letizia Lanza

Roberto Pasanisi
Scheda biobibliografica

Quintetto


  Quintetto

 

Achille

 

Bagnerai le tue membra marmoree

nell’onda azzurra dell’Ebro,

e donne di luce canteranno

nell’attesa dell’ora.

Ivi immergerà timorosa il suo piede la dea,

a non fermare il fluire lieve degli anni.

Ti bacerà gli occhi, l’anima oscura,

varcando il cammino che ivi s’addentra;

e con labbra più dolci del miele

predirà la tua morte, il tuo fato funesto.

 

 

Apollo

 

Una furia d’amore

gemmava silvestre

nell’occhio di ninfa

su ali di luce

suscitava silenzii

nel profondo di selve

echeggianti di grida

fra radure assonnate

piovose di luce

il suo passo assolato

rinasceva all’attesa

nel fruscio delle foglie

fra i sacri recessi del tempio

tra le forme avvinte dall’edera

fra i marmi accecati dal sole

si guardava stupito

nell’onda del tempo

la chioma radiosa

con un gesto fermava la luce

 

 

Di fiori bianchi ti copriva il petto

 

Nel mare danaide

caro alla porpora rossa

con cui t’adornavi le vesti

e i capelli odorosi d’ambrosia e di viole

bianche rivedi le spiagge

d’azzurre conchiglie che misteriose

ascoltavi suonare dei mari fenici,

orfica gloria un tempo dei Greci...

E sogni della madre:

di fiori bianchi ti copriva il petto rosa

e nell’aria t’avvolgea le chiome...

Ora non è: l’accoglie l’Ade tenebroso.

 

 

Leda

 

Scorreva sull’acqua turchina

luminosa come mattini di primavera

l’acqua fatata lustrava

fendevagli il cuore

per incanti di luci

biondeggiare di mèssi

un sogno veniva al fiore dell’onda

troppo a lungo bramato

sull’Eurota dall’acqua d’oliva

un occhieggiare stupito di ninfe

dai folti canneti

scenderà il dio su di lei

col carro del sole galoppava su un raggio

incendiava l’azzurro

in un volo di passeri d’oro

volava sull’acqua

bianco reclinava il collo all’isciacquio dell’onda

palpitava il suo cuore d’incanti

fluttuarono onde negli occhi di lei

cascate d’azzurro scaturirono in cuore

torrenti turchini schiumarono rapidi

fonti chiarissime zampillarono fresche

Febo biondissimo rise

Afrodite

nel manto di luce

posava in un lampo

avvolgendola nella luce

nel cuore... 

 

Sonatina

Era un caldo settembre di nostalgie e di furori,

se tu, sospesa nell’aria d’un impossibile autunno,
atteggiavi il tuo volto a una sapienza gentile,
come ad ammonirmi.
Ed era vano scordarci, assomigliare insieme
primavere ed autunni, nella pioggia dirotta
che lieve t’imperlava le guance, i capelli:
con un gesto evocavi il silenzio
in questa sera perduta di fulminei lamenti.
Che dire di te, di noi? Che la vita è sogno,
e gli anni ti franano addosso
come stelle impazzite?
No, non era questo il tuo senso, ma altro,
se t’allontani voltandoti appena,
mentre s’innalzano al vento d’autunno i capelli ribelli,
e la tua mano gentile fa un cenno, a dire:
«Seguimi nell’eternità»…


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