1. Echi Biblici
Misericordia
Il campo che si apre sotto il sole
e incontra il bosco che precipita nell’ombra
ha il sapore della misericordia
Mai sentiero di presepe fu più lungo
sì lungamente percorso
riconoscente
dal tuo sguardo che invera
Nel sonno
Nel sonno chiamavi il tuo bambino
Dalla finestra aperta il cielo
riassorbiva quel nome...
Un’Assunzione
Ed io, a te vicino...
2. Due inediti
Elucubrando elucubrando
Può darsi che la pernacchia
rientri nel novero di una evoluzione della comunicazione
o sanzioni il superamento della parola
la fine del logos
il suo smarrirsi in degradazione sonante
rumore senza più continenza
e onomatopeicamente vincente (…)
Credimi, non è poco
Ti amo per questo indefettibile
morire e rinascere ogni volta
impertinente e feconda,
agitando quel tuo codice binario
che non muove un congegno ferroviario
ma una parola d'amore
ove la punta d'estasi
coincide con la suprema crisi:
atropa come la risacca semantica degli elegiaci
galvanizza le mie ipocondrie
innervandole di Emilio Villa
e devastandole con la Valduga
3. Pasqua '93
Celebriamo la liturgia della Pasqua
come evento senza tempo,
in cui nulla di nuovo accade
e tutto è memoria.
E misuriamo quanto in questi giorni
essa, la Pasqua, il racconto fondatore
della cultura occidentale, giaccia in fondo a noi,
non pensato. Eppure è esso che ci ha portato
l’idea del futuro che realizza i desideri profondi:
essa ci ha insegnato che la storia umana
può avere un senso, un fine e una fine.
Gli uomini di chiesa hanno paura di pensare
e ripetono l’insignificante; gli uomini di cultura e di scienza
non credono più che si possa pensare il destino;
al massimo consentono che lo si subisca
come un banale avvenimento
come cronaca minore
che subentra quando la storia non ha più volto.
Eppure la storia bussa con urgenza in questi giorni,
con tanta più forza quanto meno siamo disposti
ad ascoltarla.
Vi è un crocefisso che non risorgerà nella Pasqua del 1993;
il popolo di Bosnia
4. Incustodente*
Quantomeno deludente
(o deontologicamente riprovevole)
questo Angelo Custode
così poco professionale
nel custodire i poco di buono
e incustodire le persone perbene
Eppure sempre Angelo Custode rimane
perché ormai ciò la nomina, anche se virtuale…
e malgré lui
ci piace pensarlo custodente e in grande spolvero
– magari per virtù tardigrada intempestiva resipiscente
proprio nel momento in cui
non ci sarà più nulla da fare:
“Vedi, sono qui, ti sono venuto a trovare.
Malgré moi non sono poi così male!"
*Cfr. L. Attolico, Si fa per dire. Tutte le poesie, 1964-2016. Prefazione di N. Vacca. Testimonianze di vari autori, Marco Saya Edizioni, Milano 2018.
5. Donna che apre i forzieri
Sei donna di banca,
donna che apre forzieri.
La tua faccia di bronzo
intermittente, è la tua carta
vincente – e sono sistro di Erinni,
sono filigrana di suburra celeste
le parolacce tue così chiare.