Poesie Sparse 1
Incipit
Si nasce tutti nella penombra di una grotta
per tutti rotola giù dal Tabor una scintilla
ognuno prima o poi ingoia del suo pianto
– e gli ulivi frusciano festosi –
ascolta il gallo, il verso del tradimento e
ogni lingua farsi di pietra. Sale un Calvario
e fa leggero il passo che va per affondare
incontra mani che si riempiono della
sua pena o un’altra spalla al posto suo si piega
[e gli restituisce fiato.
Muore … e fino all’ultimo è spazio tempo e sogno
muore perché non è più racconto.
Resta però una traccia, forse un sentiero
è solo un dubbio!
“C’era un sepolcro profumato e vuoto …”
È l’incipit di un’altra storia
il fodero, dicono, di questa vita.
Per il colore del grano
Il tuo Dolore, lo sai, non ha un solo volto
il marchio di un solo nome, non è uno
spillo tra tanti a trafiggere le tue notti
accarezzi la Solitudine e tra
le solitudini la riconosci: si fa sentiero al
centro dove il pensiero è morbido
e s’accende di memoria
– giardino di fronde ombrose nei paesaggi
urbani e polverosi del vivere.
Poi, nell’ora che gocciola, aspetti che
lo sguardo s’inveri, buchi la siepe e
allarghi l’orizzonte ad uno spaiato verso: forse
stringerà tra le sue maglie una verità
e come il contadino
dissoderai ancora e ancora
la tua terra inquieta
solo per un ricordo
… il colore del grano.
Nel mio giardino
Un chiarore aranciato tinge il mio giardino
si fondono i profumi tra i cespugli e frizza il
naso un’aria liscia e fredda.
A breve, intorno, bianco e nero di luna,
scintillio di foglie, l’illusione di stelle sui rami,
luce perlata, l’ombra calda delle case
odore di cena.
Stagna una calma sonnolenta
un respiro sospeso
come un’attesa antica
suggestione o realtà, punge
un sentimento di felicità bambina:
una greppia, una grotta e una cometa di
cartone, stanotte è Natale!
Storia perenne dell’amare e del tradire
Via Verità e Vita
in un cammino di chiodi e cenere
radicherai ancora nella terra e nel sangue?
Passa il vento e spoglia di
foglie morte un albero
che il gelo insidia.
Non morirà
ha il cuore di un dio
saprà farsi ancora primavera.
* Cfr. A. Caccia, Il ciottolo. 1° Premio assoluto - Concorso internazionale “Il Convivio 2012” (Accademia Il Convivio - Messina).
Era un bosco di mandorlo, lo ricordo,
un sole senza raggi gettava l’ultimo chiarore
il primo rintocco del tramonto.
Intrecciavo collane alla mia bambola
come me bambina sposa, quando un nido
tra i rami aggrovigliati m’accese tenerezza:
sarò moglie capace all’uomo mio, terrò il
focolare sempre acceso e grappoli di cipolle
ed erbe secche ai muri.
Dall’ombra una scintilla poi un bagliore…
‘In te abiterà Suo figlio, vivrà e si farà storia!’
Nelle orecchie il battito era un tonfo, quel
brusio fragore. All’angelo resistette, non io,
ma come un dolore amaro, senza nome: Giuseppe
avrà il nocciolo di un frutto già mangiato?!...
‘Riceverà luce di fede e sostegno di ragione’.
Nelle mie arterie scorreva già l’oceano
ne accolsi la potenza, non scorsi il suo fondale
e chinai il capo.
Così fui madre.
Così fui culla e figlia dell’Amore.
*********
Sui muri crespi, chiari di luna, tremavano
le sagome dei palmizi. Sfumavano le voci del
villaggio mentre correvo a lui, l’amato,
ignaro di ogni fatto.
L’ombra mia accanto ad un cespuglio, la sua
di uomo sconfinato la raggiunse, l’accostò a sé
l’avvolse… e fummo l’ombra del più struggente
abbraccio.
Sarà grazia o colpa?... in quell’abbraccio sciolsi
la paura e raccontai di un terrore che m’artigliò
al petto, dello stupore che gelò il pianto, poi di
un sorriso: Dio mi cresceva in grembo!
Lui tacque ed io… chinai il capo.
Non mi bastò il suo silenzio, non vi era
cuore libero e liberato nella Sua parola.
Cosi fui donna sospettata, un pezzo di dolore.
Fui solo madre e madre per scelta
il Suo guscio, la figlia più amata dall’Amore.
* Cfr. A. Caccia, Il ciottolo. 1° Premio assoluto - Concorso internazionale “Il Convivio 2012” (Accademia Il Convivio - Messina).
Coreuti intonano un lungo lamento
avanza il pigmeo
nella casa
al suo centro
scuro nel volto un oplita lo barra
– inizia così la grande gazzarra –
al nano canuto s’affianca l’alfiere
e se invola Ermes
sono bufere
l’esercito di pece s’è allertato
“Avanti un altro milite non graduato!”
Giunone la candida
ma solo di pelle
lascia il suo trono e
punta il ribelle
il re nero tentenna ha paura scavalla…
La Parca ha deciso!
Dalla vita lo affranca.