Senecio
     SENECIO
Fondatore
Emilio Piccolo

Direttore
Andrea Piccolo e Lorenzo Fort



Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo

Rivisitazioni, traduzioni, manipolazioni



Redazione
Alessandro Cabianca, Gianni Caccia, Maria Grazia Caenaro,
Claudio Cazzola
, Letizia Lanza, Vincenzo Ruggiero Perrino, Andrea Scotto


Tommaso Cevese
Scheda biobibliografica

Eternità*

Se davvero eterno è l’ente
l’io sarà con noi per sempre
né cadrà nel gorgo dell’oblio
nel nulla che cancella.
Non marcisce nella terra
come d’autunno la foglia
che lascia nuda e spoglia
la pianta col suo ramo.
Il segreto che la sorte
nel seno cela e serra
è convivere con l’io
al calare della morte.
La vita d’ogni uomo
è parabola che ascende
nei gradi di coscienza
all’Uno che si svela.
Il libro del destino
è oggetto di credenza
filosofica intuizione
o sapienza antica.
Siam liberi dal corpo
gabbia consunta e greve
non dall’io che l’essere
riceve, né dal Principio
dell’uomo e della vita.


 

*Cfr. T. Cevese, Scie.Immagini e poesie, Guido Miano Editore, Milano 2019. (ndr)

A tu per tu

Salito sulla guglia
maggiore del Duomo
laddove s’innalza
la statua che veglia
su fragili vite
un uomo vestito
in abito nero
accolto in preghiera
implora un aiuto.
Ed un pellegrino
che stanco cammina
per strade deserte
in abito bianco
s’arresta dinanzi
al quel crocefisso
che liberò Roma
da un male funesto.
Ricordan l’angoscia
di guerre e di pesti
del tempo passato.

Madonna, che doni
la pace alle genti
ascolta, ti prego
la supplica vera
per tanti ammalati
e medici audaci
tenaci infermieri.

Un altro credente
in lento cammino
sofferma lo sguardo
a quel capitello
nel campo vicino
che reca l’effige
di Maria col bambino.
A Lei nel silenzio
eleva accorata
la propria preghiera
e torna ogni giorno
sul far della sera.

Ascolta ed accogli
o Madre benigna
le poche parole
che sgorgano insieme
dal fondo del cuore.
Proteggi ed avvolgi
nell’unico abbraccio
d’amore e di bene
il popolo in ansia
che attende angosciato
un nuovo domani
il malato che solo
vacilla sospeso
sull’esile filo
di vita e di morte.
Accanto vorrebbe
il volto di un caro
tenerne la mano
e trepido scruta
lo sguardo vicino
dal medico attende
un cenno di vera
speranza futura.

O, donna senza pari
insieme ti preghiamo
che sbocci in cuori muti
la luce di un sorriso
e porti primavera
la fine di un male

crudele e vorace.


Fiori di preghiere

Se il male non s’arresta
flagello senza sosta
che assale e non dà tregua
fioriscon le preghiere
diffuse come i crochi
sui prati in primavera
e i lumi nelle sere
che accendon come fuochi
nel buio della notte
i cieli e le contrade.

E sbocciano nel cuore
che ascolta il gran silenzio
laddove Dio s’annuncia
e all’animo sussurra
parole senza tempo
e dona pace e quiete.

E l’uomo finalmente
si scopre nudo e puro
più prossimo al vicino
a ciò che nella vita
è semplice e essenziale.

Preghiere non certezze
o facili illusioni
per sé ed i propri cari
per tutte le persone
che donano un aiuto
a costo della vita.

La lacrima che scende
il volto stinto riga
a chi da solo muore
lontano dagli sguardi
amati e dalla mano
che nell’addio silente
vorrebbe lo stringesse.

Un vuoto mai provato
se allora non hai dato
l’amore di un sorriso
e l’ultimo saluto
al tuo più grande affetto.

Non copriran le foglie
o il manto della neve
quei fiori profumati
che sgorgano dal cuore
memoria sempre viva
stagione che non muore.

 

Chiese vuote (Aprile 2020)

Risuona solo un canto
nel vuoto della chiesa
s’espande nello spazio
che ancor più immenso pare
e corre tra navate
s’eleva alle colonne
e fino alle alte volte
e salirebbe al cielo.
La casa del Signore
è un’anima smarrita
vi è sceso come un velo
e ancor di più la sera
che un tempo raccoglieva
anziani soli e curvi
devoti al crocefisso.
E pure non s’è arresa
la voce della chiesa.
Rintocco di campane
ci dice un Dio vicino
nel male e nel dolore.
Echeggia tra le volte
di un imponente Duomo
la bella melodia
la voce che è preghiera
l’antica Ave Maria
per tessere quel filo
di timida speranza
che unisce uomo a uomo
nel tempo del flagello.
Nell’ora che è funesta
la gente si sofferma
davanti al capitello
al Cristo o alla Madonna
o si raccoglie e prega
silente nel suo cuore.
Lo spazio si restringe
del nostro quotidiano
e pure più s’espande
nell’anima di ognuno
insieme a un tempo nuovo
offerto quasi in dono
per meditar la vita.
Inonda e fa vibrare
l’angelica armonia
il muto tempio sacro
magnifico ed immoto
e l’altro sempre vivo
lo spirito che eleva

il canto al Dio d’amore

 


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