Senecio
   SENECIO

Fondatore
Emilio Piccolo

Direttore
Andrea Piccolo e Lorenzo Fort



Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo

Rivisitazioni, traduzioni, manipolazioni



Redazione
Sergio Audano, Gianni Caccia, Maria Grazia Caenaro
Claudio Cazzola, Lorenzo Fort, Letizia Lanza


Silvia Comoglio
Scheda biobibliografica


 

1. Via Crucis*

Quattordicesima Stazione – Gesù deposto nel sepolcro

Eterea condensa questa sosta
l’allodola a radice alta di germoglio,
le braccia ampliate di se stesse dove quiete
è il lampo dell’inverno, il mondo –
sull’orlo ripiegato di un unico giardino: la luce,
perpetua dello sguardo, nel suo lungo enumerare,
numerare a punto fermo, il tempo che si avvera –
le minima sequenza di case tutte andate
in cima, in cima alla collina, dove, il labbro,
in forma di prodigio, intesse tutto il balbettio
in vibrante semplice discorso, in sazie –
voci da ridire, decifrando i lunghi e articolati
diaframmi, diagrammi, delle foglie –

Quindicesima Stazione – Gesù è risorto

E puro – sulla brina – venne a costruirsi
un suono già perpetuo, di chiaro non sapersi
la notte che mi hai scritto: un tetto
diafano e leggero, a volto già curvato
fino all’orizzonte, al lembo ultimo del cielo:
anatra che alza, in volo sopra l’acqua,
estreme lingue di covoni, percettibili a bagliori
continui e silenziosi, echi, mossi trasparenti,
nell’eterna ondulazione di aurore a Sempre cadenzate
su un campo che increspa infine a lepre –

aspersa e luccicante –

 

Prima Stazione – Gesù è condannato a morte

Sfatto  ora è il plenilunio  in questa sola storia
di dubbio già molato nell’acqua di un bacile, sfatto –
a pura morte  dove troppo vasto  è il dire degli ottusi, il –
crocifiggi!  ampliato e ripetuto  in alberi ghermiti
da futili linguaggi: ombre immedicate, di taglio sulla porta,
tutte declinate  in chi dite che io sia  su echi sovrapposto
privati di ogni loro forma: immoto soffio che si inarca
di ciottoli silenti  a terra rovesciati  nell’alba  appena simulata –
contro cúbiti di olmi e bocche  e pellicani  tutti sparpagliati

in lunga  e minuziosa massima  carezza –
Seconda Stazione – Gesù è caricato della croce

Tu lo stesso, dolore impronunciato,
sei  spargere sottile  di un ordine del mondo
dove  la forza  che vigila nel Sempre, fievole di eco,
ma ad arbitro di aure  a terra ridipinte, fece di una spalla,
modesta di portata, soglia illimitata per un corpo
divenuto dono  di ogni sua larghezza  là dove –
tutto si confonde  tra il suono e il suo silenzio,
nell’albero che crebbe disperso e capovolto
in essenza  pura di radice: cardine che giunse –
dentro questo specchio  dove  è stabile guardare
stringere le dita all’ultima dimora, e – crescere d’intero
il tempo deformato  in lume del suo pianto, l’orma
piantata qui di fronte, a báttito che smuove  fasci di radice
dal bosco straripati, e  nel tutto  – camminati –


 

* Cfr. S. Comoglio, Via Crucis, puntoacapo Editrice, Pasturana (AL) 2014, pp. 24-25.

2. Maria Sua Madre

Maria Sua Madre   come bimbo   cullava questa vita
sparsa come perla   fulgida e leggera   all’ingresso
del mondo che ritorna   a dirsi   secondo verità: fermo –
refolo che spoglia   dell’alba la distanza, l’abisso

natante di rugiada, esploso   in terra   sempiterna –

 

 

 

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