Non
si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno,
Dialettica
dell'illuminismo
Rivisitazioni,
traduzioni, manipolazioni
Redazione
Sergio Audano,
Gianni Caccia,
Maria Grazia Caenaro
Claudio Cazzola,
Lorenzo Fort, Letizia Lanza
Silvia Comoglio
Scheda
biobibliografica
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1. Via Crucis*
Quattordicesima Stazione – Gesù deposto nel sepolcro
Eterea condensa questa sosta
l’allodola a radice alta di germoglio,
le braccia ampliate di se stesse dove quiete
è il lampo dell’inverno, il mondo –
sull’orlo ripiegato di un unico giardino: la luce,
perpetua dello sguardo, nel suo lungo enumerare,
numerare a punto fermo, il tempo che si avvera –
le minima sequenza di case tutte andate
in cima, in cima alla collina, dove, il labbro,
in forma di prodigio, intesse tutto il balbettio
in vibrante semplice discorso, in sazie –
voci da ridire, decifrando i lunghi e articolati
diaframmi, diagrammi, delle foglie –
Quindicesima Stazione – Gesù è risorto
E puro – sulla brina – venne a costruirsi
un suono già perpetuo, di chiaro non sapersi
la notte che mi hai scritto: un tetto –
diafano e leggero, a volto già curvato
fino all’orizzonte, al lembo ultimo del cielo:
anatra che alza, in volo sopra l’acqua,
estreme lingue di covoni, percettibili a bagliori
continui e silenziosi, echi, mossi trasparenti,
nell’eterna ondulazione di aurore a Sempre cadenzate
su un campo che increspa infine a lepre –
aspersa e luccicante –
Prima Stazione – Gesù è condannato a morte
Sfatto ora è il plenilunio in questa sola storia
di dubbio già molato nell’acqua di un bacile, sfatto –
a pura morte dove troppo vasto è il dire degli ottusi, il –
crocifiggi! ampliato e ripetuto in alberi ghermiti
da futili linguaggi: ombre immedicate, di taglio sulla porta,
tutte declinate in chi dite che io sia su echi sovrapposto
privati di ogni loro forma: immoto soffio che si inarca
di ciottoli silenti a terra rovesciati nell’alba appena simulata –
contro cúbiti di olmi e bocche e pellicani tutti sparpagliati
in lunga e minuziosa massima carezza –
Seconda Stazione – Gesù è caricato della croce
Tu lo stesso, dolore impronunciato,
sei spargere sottile di un ordine del mondo
dove la forza che vigila nel Sempre, fievole di eco,
ma ad arbitro di aure a terra ridipinte, fece di una spalla,
modesta di portata, soglia illimitata per un corpo
divenuto dono di ogni sua larghezza là dove –
tutto si confonde tra il suono e il suo silenzio,
nell’albero che crebbe disperso e capovolto
in essenza pura di radice: cardine che giunse –
dentro questo specchio dove è stabile guardare
stringere le dita all’ultima dimora, e – crescere d’intero
il tempo deformato in lume del suo pianto, l’orma –
piantata qui di fronte, a báttito che smuove fasci di radice
dal bosco straripati, e nel tutto – camminati –
* Cfr. S. Comoglio, Via Crucis, puntoacapo Editrice, Pasturana (AL) 2014, pp. 24-25.
2. Maria Sua Madre
Maria Sua Madre come bimbo cullava questa vita
sparsa come perla fulgida e leggera all’ingresso
del mondo che ritorna a dirsi secondo verità: fermo –
refolo che spoglia dell’alba la distanza, l’abisso –
natante di rugiada, esploso in terra sempiterna –
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