Mi guardano dall'interno*
Mi guardano dall’interno i miei morti
non hanno vertici e segmenti
retta delle assenze senza abrasioni
soffiano una brezza sul mio cuore
non mi guardano dalle fotografie
non amo il cimitero in argento ornato
di chi già fu stato di chi non è più
no mi guardano da dentro sorridono
non mi chiamano aspettano la svolta
dentro un gran silenzio che ci abbraccia
e dipana con mano ferma l’infinita pace
non manca nessuno e hanno braccia
tenere per tenermi per mano per acconciarmi
i capelli in trecce i capelli nel tempo
più corti più breve il respiro il passo
e mi aspetta paziente c’è tempo
chi mi indicò la via i temi come si guarda
negli occhi come si stringe una mano
senza fare male solo per donare vi amo come non vi ho amato
vi amo come non vi ho amato mai
ora che s’avvicina la forbice di Atropo
al filo che Cloto con fantasia di colori
e molti nodi molti groppi poche ritrosie
tessé svagata tavolta con mani smarrite
l’orecchio teso a voci lontane.
*N. Fattori, Cambiare di stato – morire di natura (2012-2013). Prefazione di B. Bartoletti. Nota di lettura di G. Lucini, Edizioni CFR, Piateda (SO) 2014. (ndr)