Parla il remo di Ulisse*
Da che sapendo di non piú tornare
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse
docile e riprendeva il nero mare
sí come fato ferreo gli prescrisse
che gli imponeva un monotono andare
senza canti sirenici né risse
di mostri fra le terre di lupare,
lungi, lungi finché dové fermare
il corso presso punici graniti.
Mi disse addio, confitto in poca terra,
che nessuno sapeva cosa fossi.
Da millenni sostengo ora la guerra
dei venti, fatto quercia, né mi mossi
altrimenti. I viaggi erano finiti.
*Il sonetto si riferisce alla nota leggenda secondo la quale Ulisse riparte da Itaca verso una terra i cui abitanti non conoscono il mare né sanno cosa è un remo: è l’interno di Ichnusa, attuale Sardegna, dominio fenicio. Ulisse infigge il remo in terra e lo lascia là. Col tempo il remo mette radici, ne nasce una quercia parlante.