1. heri hodie, et cras
1. heri hodie, et cras
CAINO
Salire nel rimpianto dell'essere
a ricomporre la strada percorsa
a ritroso nella dimenticanza,
aspide, che cova sotto la pietra
digiuni di velenose attese
a spingere furtivo il pianto
della disperazione e della colpa,
inviso agli uomini, ma schiuso
alla benevolenza del tuo Dio.
Dov'è il tuo sangue, che chiama
dalla terra, estrema voce,
che grida insieme a Lui: Che hai fatto?
Ti placa solo il tuo tormento
e quella voce ti rintrona dentro
a speculare contrappasso della morte.
Incarni il seme della ritrosia,
l'avallo a quel perdono in divenire
che è appeso al filo della croce.
NOVISSIMI
Uno stendardo bianco di luce
campeggerà sulle cimase impluvi
in segno del ritorno atteso.
Si scalderà il pane di fermenti
e vino liberà dai calici di vento.
Le trombe a perdifiato nelle risonanze
delle inferriate a risalire il cosmo.
L’unione attesa splenderà in catarsi
di rinnovate vite in bilico all’eterno.
Le fiamme arderanno in lontananza
dalle ferite del verdetto che fino
all’ultimo logora la speranza.
Sublime attimo di arsura per poi
acquietarsi dalla sete nella luce
nella visione senza tempo e spazio.
E in quel chiarore si compirà il mistero
della vita nel lacerto di una parola nuova.