Tre Poesie
SENECIO
“Vecchio uomo”, senile, saggezza bianca
come nel tempo invecchiano consigli
adatti per la terra, così, come Plinio
ti descrisse alterno ma alla vita perenne.
Vita avrà anche mille anni, l’ugola
lamentosa, vecchi rantoli;
parole al vento che portano nuvole
passate, di civiltà remote
che oggi cantano danze, latini i balli!
LUOGHI
Luoghi, posti eterni al raggio d’occhio come la vista
sosta e piano si sofferma: “Naturalis historia”
penetra, ancora sposa, per sempre scorre
osserva l’unica delle piante immortali.
Le pene, ringiovaniscono i campi, li contiene;
la frutta, in rima coi colori sotto lampade di sole,
scendono dai nidi abbozzi di parole come allegoria
di un tempo mescolato a lacrime d’astronomia.
TERMINUS ANTE QUEM
Di un’opera, il prima è seme che lento germoglia
sopra pesante la terra a volte, per sua natura
crudele e svogliata alla vita che gli eccede...
di un evento:
Grecia e Roma antiche, mai oggi decrepite e né mai,
un tempo, vi furono civiltà i cui stracci
al timone presero coscienze all’uomo
e durante quei tempi dove un prima
di memoria vi furono orsù, fertilità d’arte,
al futuro ancora imberbe, la vita rotolante ormai!