Senecio
     SENECIO
Fondatore
Emilio Piccolo

Direttore
Andrea Piccolo e Lorenzo Fort



Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo

Rivisitazioni, traduzioni, manipolazioni



Redazione
Alessandro Cabianca, Gianni Caccia, Maria Grazia Caenaro,
Claudio Cazzola
, Letizia Lanza, Vincenzo Ruggiero Perrino, Andrea Scotto


Adam Vaccaro
Scheda biobibliografica

Virus*

Virus tra noi
Ciliegi e peschi stanno fiorendo
e se ne fottono di corone di
virus che pare irridano noi
incarcerati dall?invisibile
che dilaga in un fiume
di hybris e stupidità prona
arrogante e impotente mentre
si dimena e resiste ciò che resta
dell?umano invisibile.


 



 

Clitennestra*

In cerca di semi piccoli e testardi
si muove intenta e cauta Clitennestra: io
che ho dato la vita e poi la morte
sono qui tra questi mucchi di rifiuti
                                                           travolta
dall’odio che ribolliva prima
di uccidere Agamennone e
quali semi di vita troverò qui
per altri solo un’isola di morte?
                                                           Qui
ai bordi della città che ancora dorme
oltre questa discarica di orme e silenzi
fino a quando scoppierà il frastuono
di centomila cavalli di lamiera.
                                                           Io
che per malfusso caso presi il nome
di un’assassina ho ucciso un’ora fa
chi ha fatto di me una regina
di questo viale quasi vallo o
                                                           fessura
che accostella inviti e luci di latte verso
il ventre-città. Io regina tradotta dalle
montagne aspre d’Albania e poi ridotta
a discarica di misere colline di piacere.
                                                           Lui
che altro Agamennone si disse ed erede
quando con un inchino apprese il mio
che sorridendo disse vedi che sono
sarò sempre il tuo re.
                                                           Lui
che scivolando con me da quelle
montagne di fame a questi sommersi
viali di pizze stracci fumi e giarrettiere
non poteva sapere l’odio feroce
                                                           l’odio
che divampava in me come le fiamme di quel
lanciafiamme visto al cinema mentre
lui con una mano nella cosa tra le cosce
mi sussurrava all’orecchio
                                                           sai
regginadicazzi che quel figlio di nessuno
te l’ho venduto… e uno sghignazzo senza
sorrisi e inchini gli squarciava il petto
che a me sbranava la gola che ora
                                                           in mezzo a questo pattume

respira.


 

*Cfr. A. Vaccaro, Tra Lampi e Corti. Premessa di F. Muzzioli, Marco Saya Edizioni, Milano 2019.

 

 


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