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Hercules, ovvero Herakles in Disneyland
di Carlo Odo Pavese

Scheda biobibliografica

Hercules, ovvero Herakles in Disneyland:
cartoni animati della Walt  Disney Corporation

Il vero Herakles (italianizzato Eracle dal greco o più spesso Ercole dal latino) era figlio del dio Zeus, padre degli dei, e dell'eroina mortale Alkmene, figlia di Elektryon e moglie di Amphitryon figlio di Alkaios. E Alkaios, Sthenelos ed Elektryon erano figli di Perseus figlio di Akrisios. L'eroe nacque a Thebai (italianizzata Tebe), dove Amphitryon e la moglie si trovavano in esilio, e fu chiamato Alkeides. Per tutta la vita, dalla nascita alla morte, egli fu perseguitato dall'odio della dea Hera, legittima moglie di Zeus e perciò nemica dei figli da lui avuti con le rivali. Avendo Zeus giurato che chi in quel giorno fosse nato della stirpe di Perseus, sarebbe divenuto re, Hera, che fra l'altro è dea del parto, ritardò la nascita di Herakles, sicché il cugino Eurystheus, figlio di Sthenelos figlio di Perseus, nato di sette mesi, lo precedette, divenendo poi re di Mykenai (in italiano Micene) e di Tiryns (Tirinto). Bambino fu attaccato dai serpenti mandati da Hera, ma con la sua prodigiosa forza li strangolò. Giovinetto sconfisse i Minyai di Orchomenos e sposò la figlia del re di Thebai, Megara, da cui ebbe tre figli, che bambini gettò nel fuoco in un accesso di follia suscitato da Hera. Gli fu perciò ordinato dal dio delfico, che allora lo chiamò Herakles, di abitare Tiryns e di compiere le dodici fatiche al servizio di Eurystheus, tra le quali la prima fu il leone nemeo e l'ultima il cane di Hades, il mostruoso Kerberos. Compiute molte altre imprese, i cosiddetti parerga, e generati nel frattempo molti figli, sposò la bella Deianeira, che, tradita per Iole, fu a lui fatale: corroso dal sangue avvelenato di Nessos, di cui era intriso il chitone da lei mandatogli come filtro per recuperare il suo amore, salì sul monte Oita e si fece bruciare nel rogo. Di là, purificato nel fuoco, fu assunto dal padre Zeus in Olympos (il monte Olimpo, dimora degli dei), dove, divenuto dio e pacificato infine con Hera, sposò Hebe, figlia di lei e dea della giovinezza.
Nelle varie versioni tradizionali le cause e le modalità dei fatti possono variare, ma non i fatti stessi, che costituiscono la invariabile trama della leggenda.

All' inizio di Hercules, cartoni animati di Walt Disney, vediamo Zeus e Hera che nel consesso degli dei in Olimpo si compiacciono del loro pargoletto figlio Hercules, così bello, robustoso e forte.
Colpisce la prima differenza tra la versione antica e quella di Disney: con colpo maestro Hercules è fatto figlio di Zeus e della legittima moglie Hera, anziché della eroina Alkmene, una delle molte sue fiamme extraconiugali, venendo incontro così alla convenzione morale americana e in generale moderna. L'oppositore perciò, che per tutta la vita lo perseguiterà, non è Hera, ma Hades, il nero signore dell'oltretomba, che per fini di potere, cioè per spodestare Zeus, lo vuole far fuori. Così Hercules neonato è attaccato dai serpentoni di Hades (non da quelli di Hera) e, gettato sulla Terra, è raccolto, secondo il noto schema del trovatello, da una coppia di poveri contadini, che altrimenti non sono chiamati se non Amphitryon e Alkmene.
La storia perciò, come si può prevedere, ha un corso molto diverso da quello tradizionale. Notiamo alcune tra le principali discrepanze.
Hercules va a scuola di eroismo dal «satiro» Philoktetes (detto americanamente «Phil»), il quale tuttavia è rappresentato nel film non come satiro, ma caprinamente come Pan (con la solita confusione che i profani fanno tra i satiri, che sono equini, e Pan, che è caprino). Il maestro di eroi non era invero né satiro né Pan, ma il benigno centauro Cheiron, che fra gli altri istruì Iason e Achilleus, e comunque il vero Herakles non frequentò né quella né altre scuole di eroi, ma imparò, per così dire, dalla natura. Stupisce inoltre che Philoktetes, il noto eroe abbandonato dagli Achei a Lemnos, che nulla ebbe a che fare con Herakles, se non perché suo padre casualmente ottenne da lui il famoso arco, sia diventato nel film satiro e maestro di Hercules: forse ciò è stato fatto per poterlo chiamare Phil, ché Cheiron (abbreviabile Kheer?) non sonava bene.
Megara poi, prima moglie di Herakles, diventa girl friend di Hercules (detta «Mag»), dapprima ingannatrice, mossa da Hades per perderlo, poi innamorata di lui a costo della vita. Hercules, da lei detto superfusto, si comporta con lei come un adorabile ragazzone americano.
Nel personaggio di Hercules vengono conflate componenti di altri eroi e di altre leggende. Egli è dotato del cavallo alato Pegasos, che tuttavia non ha mai avuto Herakles come cavaliere, ma Bellerophontes. Più importante, Hercules si tuffa nel regno dei morti per riportare in vita Megara, come Orpheus fece con Eurydike, ma a differenza di questi ne riemerge con successo. Le Moirai, che in tre hanno un solo occhio (come invero hanno non le Moirai, ma le Graiai), non possono tagliare il filo della sua vita, perché Zeus lo ha reso tempestivamente immortale. Hercules poi sconfigge vari draghi e Titani, mossi da Hades all'attacco di Zeus (i quali invero appartengono non a questo, ma ad un altro mito, che troppo lungo sarebbe raccontare). Hercules infine, fatto dio tra gli dei, è accolto in Olimpo dai suoi genitori, Zeus e Hera, ma vedendo la sua amata Megara sulla Terra, rinuncia all'immortalità e preferisce ritornare giù da lei, dove, si presume, essi vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni.
I Greci (i moderni) volevano che l'eroe del film fosse chiamato col suo nome greco Herakles, non col nome latino (e quindi inglese) Hercules. Per fortuna non è stato così, perché altrimenti ci sarebbe riuscito meno facile separare Hercules da Herakles: questo Hercules infatti poco o nulla ha in comune col vero Herakles.

17 giugno 2003 


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