Hercules, ovvero
Herakles in Disneyland:
cartoni animati della Walt Disney Corporation
Il vero
Herakles (italianizzato Eracle dal greco o più spesso Ercole dal
latino)
era figlio del dio Zeus, padre degli dei, e dell'eroina mortale
Alkmene,
figlia di Elektryon e moglie di Amphitryon figlio di Alkaios. E
Alkaios,
Sthenelos ed Elektryon erano figli di Perseus figlio di Akrisios.
L'eroe
nacque a Thebai (italianizzata Tebe), dove Amphitryon e la moglie si
trovavano
in esilio, e fu chiamato Alkeides. Per tutta la vita, dalla nascita
alla
morte, egli fu perseguitato dall'odio della dea Hera, legittima moglie
di
Zeus e perciò nemica dei figli da lui avuti con le rivali.
Avendo
Zeus giurato che chi in quel giorno fosse nato della stirpe di Perseus,
sarebbe
divenuto re, Hera, che fra l'altro è dea del parto,
ritardò
la nascita di Herakles, sicché il cugino Eurystheus, figlio di
Sthenelos
figlio di Perseus, nato di sette mesi, lo precedette, divenendo poi re
di
Mykenai (in italiano Micene) e di Tiryns (Tirinto). Bambino fu
attaccato
dai serpenti mandati da Hera, ma con la sua prodigiosa forza li
strangolò.
Giovinetto sconfisse i Minyai di Orchomenos e sposò la figlia
del
re di Thebai, Megara, da cui ebbe tre figli, che bambini gettò
nel
fuoco in un accesso di follia suscitato da Hera. Gli fu perciò
ordinato
dal dio delfico, che allora lo chiamò Herakles, di abitare
Tiryns
e di compiere le dodici fatiche al servizio di Eurystheus, tra le quali
la prima fu il leone nemeo e l'ultima il cane di Hades, il mostruoso
Kerberos. Compiute molte altre imprese, i cosiddetti parerga, e
generati nel frattempo molti figli, sposò la bella Deianeira,
che, tradita per Iole, fu a
lui fatale: corroso dal sangue avvelenato di Nessos, di cui era intriso
il
chitone da lei mandatogli come filtro per recuperare il suo amore,
salì sul monte Oita e si fece bruciare nel rogo. Di là,
purificato nel fuoco,
fu assunto dal padre Zeus in Olympos (il monte Olimpo, dimora degli
dei),
dove, divenuto dio e pacificato infine con Hera, sposò Hebe,
figlia
di lei e dea della giovinezza.
Nelle varie
versioni tradizionali le cause e le modalità dei fatti possono
variare, ma non i fatti stessi,
che costituiscono la invariabile trama della leggenda.
All' inizio
di Hercules, cartoni animati di Walt Disney, vediamo Zeus e Hera che
nel
consesso degli dei in Olimpo si compiacciono del loro pargoletto figlio
Hercules,
così bello, robustoso e forte.
Colpisce la
prima differenza tra la versione antica e quella di Disney: con colpo
maestro Hercules è fatto figlio di Zeus e della legittima moglie
Hera, anziché della eroina
Alkmene, una delle molte sue fiamme extraconiugali, venendo incontro
così
alla convenzione morale americana e in generale moderna. L'oppositore
perciò,
che per tutta la vita lo perseguiterà, non è Hera, ma
Hades,
il nero signore dell'oltretomba, che per fini di potere, cioè
per
spodestare Zeus, lo vuole far fuori. Così Hercules neonato
è
attaccato dai serpentoni di Hades (non da quelli di Hera) e, gettato
sulla
Terra, è raccolto, secondo il noto schema del trovatello, da una
coppia
di poveri contadini, che altrimenti non sono chiamati se non Amphitryon
e
Alkmene.
La storia
perciò, come si può prevedere, ha un corso molto diverso
da quello tradizionale. Notiamo alcune tra le principali discrepanze.
Hercules va a
scuola di eroismo dal «satiro» Philoktetes (detto
americanamente «Phil»), il quale tuttavia è
rappresentato nel film non come satiro, ma caprinamente come Pan (con
la solita confusione che i profani fanno tra i satiri, che sono
equini, e Pan, che è caprino). Il maestro di eroi non era invero
né
satiro né Pan, ma il benigno centauro Cheiron, che fra gli altri
istruì
Iason e Achilleus, e comunque il vero Herakles non frequentò
né
quella né altre scuole di eroi, ma imparò, per
così
dire, dalla natura. Stupisce inoltre che Philoktetes, il noto eroe
abbandonato
dagli Achei a Lemnos, che nulla ebbe a che fare con Herakles, se non
perché
suo padre casualmente ottenne da lui il famoso arco, sia diventato nel
film
satiro e maestro di Hercules: forse ciò è stato fatto per
poterlo
chiamare Phil, ché Cheiron (abbreviabile Kheer?) non sonava bene.
Megara poi,
prima moglie di
Herakles, diventa girl friend di Hercules (detta «Mag»),
dapprima
ingannatrice, mossa da Hades per perderlo, poi innamorata di lui a
costo
della vita. Hercules, da lei detto superfusto, si comporta con lei come
un
adorabile ragazzone americano.
Nel
personaggio di Hercules
vengono conflate componenti di altri eroi e di altre leggende. Egli
è
dotato del cavallo alato Pegasos, che tuttavia non ha mai avuto
Herakles
come cavaliere, ma Bellerophontes. Più importante, Hercules si
tuffa nel regno dei morti per riportare in vita Megara, come Orpheus
fece con Eurydike,
ma a differenza di questi ne riemerge con successo. Le Moirai, che in
tre
hanno un solo occhio (come invero hanno non le Moirai, ma le Graiai),
non
possono tagliare il filo della sua vita, perché Zeus lo ha reso
tempestivamente
immortale. Hercules poi sconfigge vari draghi e Titani, mossi da Hades
all'attacco
di Zeus (i quali invero appartengono non a questo, ma ad un altro mito,
che
troppo lungo sarebbe raccontare). Hercules infine, fatto dio tra gli
dei,
è accolto in Olimpo dai suoi genitori, Zeus e Hera, ma vedendo
la
sua amata Megara sulla Terra, rinuncia all'immortalità e
preferisce
ritornare giù da lei, dove, si presume, essi vissero felici e
contenti
per il resto dei loro giorni.
I Greci (i
moderni) volevano che l'eroe del film fosse chiamato col suo nome greco
Herakles, non col nome
latino (e quindi inglese) Hercules. Per fortuna non è stato
così,
perché altrimenti ci sarebbe riuscito meno facile separare
Hercules
da Herakles: questo Hercules infatti poco o nulla ha in comune col vero
Herakles.
17
giugno 2003