Senecio
     SENECIO

Direttore
Emilio Piccolo


Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze
Horkheimer-Adorno, Dialettica dell'illuminismo

Rivisitazioni, traduzioni, manipolazioni



Redazione
Sergio Audano, Gianni Caccia, Maria Grazia Caenaro
Claudio Cazzola, Lorenzo Fort, Letizia Lanza


Silvia Bre
Scheda biobibliografica

 

Non c'è cosa ch'io dico che non dica
ch'io vivo un'altra vita che è più viva
di questa stessa mia che vivo e dico.
E' come fosse un palmo sottoterra, 
tra semi che magari fioriranno –
un po' più sotto è dove stanno i morti 
a scalciare in eterno oltre la vita. 
E lì io me ne resto muta: aspetto,
continuo ad aspettare, aspetto ancora
– non mi fermano il sole nè la luna –
fino a che arrivi il verde e copra tutto
fino al mio cuore aperto alla gran vista.
Pare che sia così la gioia dura 
d'un eremita, 
in cima a una colonna, 
nel deserto.

 

          Rosi, Marida, Franci, Elisabetta,
   guarda che poca cosa una poesia
se non viene qualcuno che l'ascolti.
Ma il mio male
io so che tu lo senti.
    Valgo se vali
 

Non è l'aquila forse il po' di vento

soffiato dentro al vento che diviene
quasi nero, più lento,
a forma d'aquila?
 

   *

Un'aquila mi freme nello sguardo –
se spalanca le ali io spalanco gli occhi
e il tempo cade dentro gli orizzonti –
e vedo i corpi, il cuore della gente,  
i miei amici,
il male che è nel mondo – 

e tutte queste voci di animali che sanno di morire

sembrano belle ancora nella mente
come comete dalla lunga scia,
e anche una più debole si sente tra di loro
venire avanti e diventare mia.

  **

Non puoi guardare l'aquila negli occhi,
vede solo lontano, abissalmente,
ogni suo sguardo ti scaglia da te stesso 
in mezzo al paesaggio indifferente,
ai deserti dei quali si fa parte.
Da lì si torna solo 
portati da qualcosa
per non portare niente.
 

   ***

Aquila mia, remota mia figura
con tutto il mondo che le gira intorno
e con il vuoto che vaga intorno al mondo,
centro di me che dentro non resiste,
che nascondo in un nome che conosco,

eccomi ancora qui, la fronte china

come una che non riesce e si vergogna –
sento d'essere tua, senza capire
lascio che qualche mia parola sia contenta,
che tutto questo accada un'altra volta. 
 
Ma la consolazione
  che va da un altro e torna

  e tu provi a tenerla finché dura

  e dura poco 

  è pure il viaggio di una teleferica

  tesa tra le montagne -

  chi è piu lontano, dalla valle

  la vede tremolare sopra il vuoto

  fino a che arriva, si calma nella sosta,

  è una cosa compiuta.
 
Ma quale movimento
se non quello che torna,
quale nenia che non sia dalla terra
prima della sua prima guerra...
Amiche, miei amici, anime amate
che vagate dentro il mio pensiero,
vorrei salvarvi con un gesto solo, 
con il suono che tiene unito l'universo.
Non lo conosco ancora, però è perso
dentro di me, lo tengo caro
con ogni mio respiro, lo alimento
legando ogni giornata alla sua notte.
Vivo e vi penso -
cercando cosa dire io vi penso e vivo.
E se provo a nominare il nostro tempo
vedo soltanto voi, voi che guardate
sotto i raggi del sole e della luna
come si può sciupare una fortuna,
e ho bisogno di voi per sopportare.
Vi leggo nel pensiero, io, vi spio
e le parole intanto più sono forti 
più se ne vanno via, 
e non lo saprò fare qualche verso
che vi travolga il cuore desolato,
ma siete dentro me, siete nel suono
che mi travolge il cuore desolato
anche se non lo posso ricordare 
e in questo giorno, questo momento, adesso
vorrei salvare voi che mi salvate. 
 
Ognuno vuole avere il suo dolore
e dargli un corpo, una sembianza, un letto,
e maledirlo nel buio delle notti,
portarlo su di sé tenacemente
perché si veda come una bandiera,
come un spada che regala forze.

Ma c'è persa nell'aria della vita

un'altra fede, un dovere diverso
che non sopporta d'esser nominato 
e tocca solamente a chi lo prova.
E' questo.  E' rimanere
qui a sentire come adesso
l'onda che sale  nelle nostre menti
le stringe insieme in un respiro solo
come fosse per sempre,
e le abbandona.  Ma nemmeno 
la pupilla d'un cieco
dimentica l'azzurro che non vede.
 
Si ringrazia 
per essere qui
a dare forma 
alla mia vita che è così
più che qualcosa tutto.
Ed è la guerra mite di una viva – 
così lotto.


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